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Guerriglia marketing

Andare oltre le emozioni? Il marketing che parla alla pancia

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Credete di saper riconoscere tutte le tecniche pubblicitarie utilizzate negli spot?
Fermatevi, mi rivolgo anche a voi.

Si, c’è la pubblicità tecnica, la pubblicità comparativa, la pubblicità di marca, la pubblicità creativa, la pubblicità “degli esperti” e la pubblicità emozionale. Ma siamo sicuri che la pubblicità emozionale sia davvero l’ultima frontiera delle strategie di marketing?

Se mi date un attimo vi spiego il motivo per cui credo che la risposta sia negativa.

È nota ai più la rivoluzione in campo pubblicitario, e non solo, che la Apple ha apportato al mondo dei consumi. Tralasciando la sfida palese al diretto concorrente IBM con lo spot “1984”, che allora segnò la nascita della pubblicità comparativa, Apple fa un ulteriore passo avanti con la serie di spot degli anni ’90 “Think different”, in cui riesce ad inserire personaggi tanto diversi come Albert Einstein, Martin Luther King, John Lennon, Thomas Edison, Mahatma Gandhi, sotto un unico denominatore: pensavano diversamente. Alludendo al fatto che anche l’azienda di Cupertino pensa diversamente e non di meno chi la sceglie.

Si è dato vita così ad un nuovo modo di parlare alla gente dei prodotti sponsorizzati. Non più meri oggetti, ma valori. E per parlare di valori bisogna far leva sulla sfera emozionale. È così che nasce la pubblicità emozionale, quella che stimola appunto le emozioni, che fa appello non a bisogni pratici, ma sociali, psicologici, culturali. Essa si costruisce attorno alle sensazioni che si riescono a suscitare attraverso immagini e suoni, che raccontano una storia: servono dei personaggi, una trama, una morale. Uguale: un’emozione.

Le teorie sull’efficacia di questo tipo di strategie si sprecano. È stato accertato che l’accesso all’area personale, intima e sentimentale, della gente porta ad un’influenza nelle scelte d’acquisto maggiore di una spiegazione tecnica, neutrale, anonima.

Per farvi capire meglio di cosa parlo, date uno sguardo al video qua sotto.

Si tratta di una pubblicità della Vodafone che fa leva sull’emozione pura, sull’amore, senza parole. Il marchio si palesa alla fine con un sillogismo vincente: Good things should last forever come il nuovo piano tariffario.

Adesso facciamo un altro esperimento. Guardate quest’altro video.

https://www.youtube.com/watch?v=cRXnRH6FxL8

Siamo ancora una volta nel mondo Apple. Lo spot suscita emozioni. Ma siete sicuri che ci si fermi lì?

Io credo di no. Apple ci sta dicendo qualcosa in più. Ti sta facendo vedere che quel prodotto può far parte della tua vita, non ti racconta una storia, ma la tua storia. Ti emoziona sì, ma ti spinge anche a dire: è vero, potrei farlo. Crea il bisogno non parlando alla tua mente, ma alla tua pancia.

Ecco perché si è andati oltre la pubblicità emozionale, aggiungendo quel tassello in più che riesce ad unire la praticità delle pubblicità di prodotto alla sfera personale. Ti faccio vedere cosa puoi farne, ti faccio vedere come inserirlo nella tua vita, ma non te lo dico, appunto, te lo faccio vedere.

Tutto ciò viene sottolineato nello Spot istituzionale “Designed by Apple in California” per l’Italia, in cui alle scene di vita quotidiana si affianca una voce che ti chiede: come vivi il prodotto? Renderà la tua vita migliore? Ed infine: ogni idea che abbiamo migliora la vita che incontra.

Hanno imboccato questa strada, di recente, molte campagne pubblicitarie di colossi come Ikea (Basta poco per crescere insieme. Basta poco per vivere insieme il natale), CocaCola (Heartwarming Coca – Cola Life commercial from Argentina showing trials tribulations parenting – #kids), Nutella (Nutella con il tuo nome – spot 2013).

Ancora più recenti gli spot della Findus che inscenano pranzi e cene in famiglie in cui si parla della giornata trascorsa e a tratti del prodotto, come fosse davvero una conversazione nella cucina di qualcuno. Per favorire l’immedesimazione dello spettatore, di quelle famiglie si vedono i corpi e si sentono le voci, ma non si vedono i volti!

 

Vi ho convinti? Lasciate un commento se avete notato anche voi questa svolta, e nello spot di quale prodotto, così ne riparleremo!

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